Image Slider Carousel

Pique


Pique in lingua Mapudungún significa “cuore”. Pique è anche il nome di un documentario realizzato dal reporter cileno Aaron Videla. Un documentario-intervista girato a Madrid all'inizio del 2011 e che sta percorrendo l'Europa. Un documentario che è giunto anche a Cagliari, il 5 aprile, e che è stato proiettato nella facoltà di Lingue e Letterature straniere. Ospiti speciali gli autori del video, Videla, la sua compagna Mariangela Casalucci e la studiosa Valeria Patanè. Ma l'ospite principale è stata la protagonista della video-intervistata, Nilsa Rain Huentemilla, dirigente indigena della comunità Mapuche del Cile.
I Mapuche sono un popolo di “resistenti”, gli originali abitanti del sud del Cile e della Patagonia argentina, che riuscirono a non venire sottomessi dall'avvolgente impero Inca ma che, negli ultimi 500 anni di storia sono stati costretti a rinunciare
progressivamente al proprio ambiente vitale, a causa dell'inarrestabile marcia dell'uomo occidentale, o meglio, della sua istituzione statale, che si è appropriata e ha svenduto tutte le risorse naturali esistenti nella zona. Basti pensare che circa il 70% dell'acqua presente sul territorio cileno è di proprietà dell'Enel, la società elettrica italiana, che, assieme ad altre imprese multinazionali, sta procedendo alla costruzione di diverse dighe di enormi dimensioni che stanno cambiando definitivamente il paesaggio del Paese andino, sommergendo grosse porzioni di territorio con l'unico scopo di produrre energia elettrica.
Nilsa è una persona che ha dedicato la sua vita a far sì che la situazione nella quale vive la sua gente venga conosciuta e possa in qualche modo smuovere le coscienze: il suo scopo è quello di far sapere che i governi che si son succeduti alla guida del Paese non hanno fatto altro che svendere il territorio agli investitori esteri, togliendolo ai veri proprietari, ossia le popolazioni che in quei territori ci vivono da millenni. Lasciandoli completamente senza risorse per la sopravvivenza, considerandoli meno che cittadini di serie B e, fattore forse più importante, distruggendo il loro sistema ambientale, con il quale hanno un fortissimo rapporto simbiotico: la natura è parte integrante della loro vita, della loro religione, della loro cosmovisione.
Ho chiesto a Nilsa se ci fosse differenza fra il periodo della dittatura di Pinochet e la “democrazia” attuale; la sua risposta è stata che son cambiati i mezzi, ma che la sostanza è rimasta la stessa: il popolo e il territorio Mapuche è stato sfruttato e violentato. E questo è un processo che dura ormai da cinque secoli. Lo Stato nega la diversità e calpesta i diritti fondamentali dei nativi.
Anzi, paradossalmente, negli ultimi vent'anni la situazione si è aggravata, e le rivendicazioni dei Mapuche si sono espresse attraverso manifestazioni e atti di dissenso che hanno ricevuto, come unica risposta, l'indurirsi della repressione statale. Gli indigeni sono stati tacciati di terrorismo, e sono stati sottoposti alla rappresaglia governativa, fatta di violenze, torture e intimidazioni.
Nilsa è cosciente del fatto che, affinché la situazione per il suo popolo migliori, ci sarà bisogno di molto tempo; sa che probabilmente lei non assisterà a tutto ciò. Ma lotta con energia perché ciò accada. “Pique” è uno dei canali attraverso i quali ci prova. E ha bisogno di tutta la nostra indignazione per farcela.

di Stefano Pau

1 commenti

  1. SOY gran amigo de aaron videla me gustaria que se pusiese en contacto

    andolina-elfinal@hotmail.com

    jose asturias

Leave a Reply

Designed by boldraker