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Solo alzandosi in vetta ci si può avvicinare al cielo…

Partendo dalla considerazione, che il numero di atleti tesserati alla Federazione di Arrampicata Sportiva nel 2010, si aggira intorno alle 13.000 unità in tutta Italia, con un picco di 30.000 praticanti pseudo attivi, dubito che la maggior parte dei lettori di questo giornale abbia cognizione certa di cosa s’intenda veramente per Arrampicata Sportiva. Immagino anche che molti di voi considerino tale disciplina un’attività esclusivamente di montagna, ignorando, a tal proposito, che il 3 Dicembre scorso l’Arrampicata Sportiva Indoor è stata inserita nella lista ufficiale dei Giochi Olimpici.
Questo articolo prende in considerazione il concetto puro di Arrampicata e il nascente progetto Sangavinese “Monreal Rock”, con la consapevolezza che spiegare cosa s’intenda per arrampicata in poche righe sia qualcosa di quasi utopistico.
Maurizio Zanolla, meglio conosciuto come Manolo, la definiva come “quell’indescrivibile senso di libertà che la vita sulla punta delle dita mi regala, lontano dall'ipocrisia, e dai giorni tutti uguali”. Per noi, umili mortali, può essere sintetizzata in un semplice seppur fantastico concatenamento di movimenti, finalizzato alla conquista della cima o, come più gergalmente viene chiamata, la “Catena” della via scelta. Perde molta della sua poeticità ma è la realtà. Vorrei, infatti, sfatare il mito della pericolosità dell’arrampicata, definita appunto sportiva e non di suicidio, differenziandola anche dall’Alpinismo o dal Free Solo. L’AS, se fatta in piena coscienza delle norme e dei pochi rischi, è uno sport assolutamente sicuro, non meno del più blasonato calcio o della pallavolo. Si usano attrezzature specifiche con resistenze alla trazione di migliaia di Kg e ci si assicura, in progressione di salita, a fittoni in acciaio inox resinati sulla parete rocciosa, ogni 2\3 metri al massimo, mentre si è costantemente seguiti dal basso.
Ed è proprio qui che entra nel discorso Monreal Rock. Tale compagnia potrebbe essere definita come un gruppo autogestito nato dalla passione, mia e di altri 2 amici, Daniele Fronteddu e Mauro Porceddu, per questa disciplina, grazie anche al sostegno della società di calcetto Campidania e all’aiuto di un nostro vecchio docente, Aldo Serpi, che ci teniamo a ringraziare pubblicamente.
Lo scopo è quello di avvicinare e di insegnare, nei limiti delle nostre conoscenze, tutte le norme e le tecniche da noi apprese nel corso degli anni, senza nessuno scopo di lucro, in un ambiente consono e privo di pericoli. Non molti infatti sanno che alcuni anni fa, una parte dei fondi comunali sono stati spesi per la costruzione, presso le scuole medie di San Gavino, di un piccolo rocciodromo d’arrampicata indoor, costituito da 5 “vie” a struttura in metallo e legno di circa 7 metri, una piccola parete da Allenamento strapiombante di 3 m² e un trave d’arrampicata per le trazioni.
Dal 14 Gennaio 2010 l’associazione ha ridato un consono utilizzo a questo complesso, in disuso per un lungo periodo e, in poco più di un anno, ha indirizzato verso questo sport più di 10 persone, in una regione famosa e apprezzata in tutto il mondo per le proprie falesie.
Come annunciato ci vorrebbero molte altre righe per spiegare veramente ciò che aspiriamo a fare e ciò che vorremmo trasmettervi, ma si spera che voi stessi un giorno abbiate intenzione di provare quelle straordinarie emozioni che solo l’arrampicata può offrire.
Go ride a Rock.

Luca Senis

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