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Gioventù e No-Profit


Essere un'associazione culturale giovanile no-profit oggi. Essere dei giovani che vogliono impegnarsi per rilanciare l'iniziativa giovanile in un territorio in letargo.
Non è semplice. La difficoltà maggiore è quella data dai muri, muri di indifferenza, muri di negazione, sbattuti i faccia solo ed esclusivamente perché siamo giovani. Che automaticamente significa ingenui, poco capaci, poco avvezzi a un modo di fare consolidato. Come se il fatto di essere giovani corrispondesse a un difetto, a una mancanza. Ciò è comprensibile, prendendo i dati riguardanti il referendum appena svolto sul nucleare, su 8.976 abitanti (Dato Istat al 30/11/2010) ben 8.058 erano gli aventi diritto al voto. Questo vuol dire che solo 918 abitanti sono al di sotto dei 18 anni. San Gavino è un Paese (di e) per vecchi.
Cambiare la tendenza demografica è un bel problema, e come associazione culturale non ci compete, cambiare invece l'ottica con la quale sono visti i giovani, e i loro rapporti con le altre fasce della popolazione è un nostro compito diretto. Come fare? Sicuramente non è un'operazione semplice che può essere fatta dall'oggi al domani. E il problema è che con il cambio generazionale a volte si ricomincia da capo. Quello che possiamo fare nel nostro piccolo (?) è continuare ad organizzare eventi, dimostrazioni, occupare spazi che rendano giustizia a una fascia di popolazione troppo spesso dimenticata.
Un altro scomodo, o meglio, incompreso fattore che si aggiunge è la caratteristica no-profit di un'associazione culturale. No profit non vuol dire che non ha a che fare con il denaro, ma semplicemente che il denaro non può essere ripartito tra i soci, DEVE essere investito per portare avanti gli scopi dell'associazione. Che c'è di strano? La nostra società è così pregna di opportunismo che solo l'idea di fare qualcosa per la comunità senza un diretto tornaconto appare come strana, ingannevole. Come se fare qualcosa per la tua stessa comunità (ma anche per una diversa/lontana) non fosse già da solo un traguardo.
Punto e a capo. Buona lettura del secondo numero di Agitòriu!

di Davide Boldrini

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