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Denuclearizziamoci



Nucleare, Nucleare e Nucleare. Da mesi ormai nel nostro Paese il dibattito sull’energia ha invaso giornali e TV, portando con sé informazioni spesso contraddittorie, strumentali, eccessivamente mirate a (ri)proporre e valorizzare un progetto energetico datato e obsoleto, che già una volta venne bocciato nell'ormai lontano 1987. Domandiamoci innanzitutto “cosa è l’Energia Nucleare?”.
Beh, non è semplice da spiegare in poche righe, ma si tratta sostanzialmente di energia generata dal susseguirsi di particolari reazioni fisiche che coinvolgono gli atomi di elementi come l’uranio o il plutonio. Immaginate delle lunghe barre contenenti questo materiale, immerse nell’acqua, il tutto portato a temperature elevatissime; infine immaginate enormi quantità di vapore che in parte azionano delle turbine che a loro volta generano corrente elettrica. Un fisico o un ingegnere storceranno giustamente il naso leggendo queste parole, ma credo di aver reso l’idea. Fin qui potreste dire “sembra che l'unico rifiuto che prodotto sia il vapore”, sbagliato. Ricordate le barre che vi ho chiesto di immaginare? Una volta esaurite diventano altamente radioattive, comunemente conosciute come “scorie radioattive”. Questo è il problema, anzi, direi il pericolo più grande che le centrali producono. Si tratta di barre di uranio caratterizzate da letali livelli di radioattività, il cui contatto con qualunque essere vivente è causa di tumori, leucemie e malattie genetiche di varia natura. Vi starete domandando “beh, esisterà un modo per eliminarle o riciclarle”. No, sbagliato di nuovo. Non esiste tutt’ora alcuna soluzione, e l'unico espediente finora individuato è quello di conservarle in barili di latta sigillati e buttarle in discariche scavate nella roccia granitica, o in vecchie miniere. Immaginate Montevecchio riempito di barili tossici. Sicuramente non sarebbe un bello spettacolo. Al tutto aggiungete che, in media, la radioattività cessa dopo circa 1000 anni. In sostanza è la peggior forma di rifiuto che possiate immaginare. Di questo aspetto se ne parla poco, ma è questo il nocciolo della questione, il problema dello smaltimento delle scorie radioattive. Pensate che oggi in Italia non sono ancora state stoccate del tutto quelle prodotte dalle 4 centrali attive fino al 1987. Si parla di decine di migliaia di fusti tossici nocivi, che di fatto non sappiamo dove mettere.
Ma non è tutto. Vogliamo parlare dei costi? Si tratta di un investimento enorme, che richiede tempi lunghissimi per l’ammortamento. Riflettete sul fatto che non esista di fatto un settore privato disposto ad accollarsi per intero i costi per la costruzione delle centrali, proprio in virtù di margini di profitto molto sfumati in confronto a costi di fatto elevatissimi. Ecco perché solo con forti incentivi e investimenti Statali, con conseguente “scarico” del costo sui contribuenti, è ipotizzabile lo sviluppo di impianti Nucleari sul territorio. Non solo, ma se pensate che il Nucleare porterà un abbassamento dei costi energetici siete sulla strada sbagliata. Dati alla mano è dimostrato che il costo medio di 1Kilowatt prodotto da una centrale nucleare è vicinissimo a quello di centrali che usano combustibili fossili, con la differenza che il Nucleare produce soprattutto scorie radioattive, ripeto impossibili da smaltire.
La lista di criticità potrebbe essere ben più lunga ma mi fermo qua. Di fatto non esiste una qualche motivazione razionale per volere, nel 2011, affidarsi a una fonte energetica come quella Nucleare; risulta ancora più fuori da ogni logica se pensiamo all'enorme sviluppo che sta avendo il settore delle energie rinnovabili, su cui per esempio investono con lungimiranza la Germania e la Cina.
Di fronte a tutto ciò vi chiediamo di unirvi a noi e il 15 maggio, giorno del referendum abrogativo, votate Sì per fermare il nucleare.

Massimo Manno

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